Non so se a voi è capitato di avere una città che ricorre nella vostra vita. Una città che non è quella in cui siete nati, né quella che avete scelto per viverci. Firenze è un tormento. Tutto è iniziato quando avevo circa sei anni. Succedeva in un secondo, il buio davanti agli occhi, le stelle (sì, quel modo di dire “vedere le stelle”, non è un modo di dire), il mio esile corpo andava in black out e il mio respiro si tramutava in una sinfonia di fischi (che col tempo ho affettuosamente soprannominato i gattini), arrancavo e boccheggiavo. Sembrava una rincorsa dei miei bronchi all’aria e quell’aria era difficile riuscire a prenderla, se ci penso ancora oggi mi sento annaspare. Lecce e gli ospedali, la rincorsa alle analisi e indagini mediche che mi hanno portata a conoscere la mia amica fidata d’infanzia, a farmi compagnia più di un amico immaginario, nei miei primi dieci anni di vita, c’è stata lei, l’asma allergica. E per lei stavo per conoscere ben poco altro di questo mondo. Così è arrivata la prima volta Firenze. Il mio amorevole medico curante, del quale credo di essere stata anche fanciullescamente innamorata in una prematura sindrome alla Spielrein-Jung, indicò la strada verso la città toscana e il Meyer. Seguirono annuali viaggi e cure e vaccini (che se lo volete sapere a me hanno salvato la vita e prenderei a botte chi pensa che siano nocivi), Firenze, il ponte sulla ferrovia, le infermiere premurose, i bambini da tutto il mondo. In particolare ricordo Giuseppe di Matera, con cui abbiamo anche avuto un’amicizia epistolare per lungo tempo.
Poi gli anni passano, e ti ritrovi venti e più anni avanti, sposata, in quella che è diventata la tua seconda città, Milano.
Il mio allora marito, dopo spiacevoli vicissitudini lavorative, ha l’opportunità della vita, un’occasione irrinunciabile, la svolta. A Firenze. Ho provato a viverci, un maggio in cui l’Arno faceva salire dalle sue acque l’umido soffocante. Mancava il fiato un’altra volta e questa volta non si trattava dell’asma, sconfitta molti anni prima grazie proprio a quella città. No, non ci sono voluta rimanere in quella casa che guardava il fiume, nella Firenze che incanta il mondo, ma non incantava me.
Arriviamo a oggi, a questa lunga trattativa estenuante: ed eccola lì, di nuovo tu, ma non dovevamo vederci più? Credo che Firenze sia innamorata di me e torni periodicamente nella mia vita come nemmeno uno stalker, un’amante respinta che gioca tutte le sue carte, un venditore porta a porta che mette il piede a tenere aperto l’uscio e fa sfilare sotto il tuo naso ammalianti depliant. Ma io, cara la mia Firenze, ti ho già dato dei due di picche, ti ho detto che non compro un cazzo, che non ti voglio fare entrare. Ho capito, è un debito karmico, mi hai salvato la vita, ma non possiamo accordarci rateizzando la mia presenza in romantici weekend che offrirò al mio futuro fidanzato con i soldi (tanti) che guadagnerò col mio prossimo lavoro?
Io sono stato uno zingaro (pur mantenendo sempre il punto fermo della mia Milano), ed ho avuto legámi con molte città: Napoli, Bari, Trieste, Roma. Ecco, la più ricorrente è Roma, per vari motivi
Roma la amo, però. Anche se casa è Milano per me.
Come ti capisco! Tanto per cambiare.
Un giorno, forse, di fronte a una birra ghiacciata, ti racconterò di come Firenze mi accoglieva in adolescenza e di come io abbia aspettato i 19 anni per abbandonare quella terra conosciuta in tutti il mondo, quella terra che tutti definiscono favolosa, quella terra che io sostengo essere “carina”, se solo non abitata da toscani.
Che piacere leggerlo da te. (Le birre saranno almeno quattro o multipli di quattro)
Frequento spessissimo Firenze, sia per questioni di ricerca che per vicinanza geografica. È una città che per tanti motivi non mi è mai piaciuta e condivido le tue impressioni. Certo non la cambierei mai con Milano, nemmeno morto, ma questo è un altro discorso.
Ciao! 🙂
Solo perché molti che vengono a Milano non vanno nel profondo e non sanno com’è viverci, quello che offre, come sa essere bella. Lo è. Credimi.
Mi fido, ma preferisco continuare a passarci per forza una volta all’anno. E per quanto mi riguarda è anche troppo. 🙂
da toscano che vive vicino a Firenze, che devo dire? Amo Firenze, ma sono convinto che il mondo è bello perché vario. Quindi non mi metto a discutere che certi giudizi siano sbagliati, ognuno faccia ciò che crede meglio. Solo una precisazione: a chi ha scritto che che Firenze sarebbe bella solo se non ci fossero i toscani è bene che sappia che se non c’erano i toscani non c’era Firenze e il solo fatto che lo pensi mi rende chiaro il perché Firenze e la sua immensa bellezza sia qui e non da altra parte.
Io non lo direi di sicuro, ho persone molto care lì. Ho solo un problema personale con Firenze. Lo so che è bella. Lo so che ha la sua magia. E non denigro. Sono solo pezzi di vissuto ad allontanarmene. 🙂
Eh, ti capisco, capita anche a me, ma poi mi dico”Caspita c’entra, questo luogo bellissimo?” e lo guardo con occhi nuovi. Gustandomelo, che la vita non è per sempre.